Chi ama brucia

Uno spettacolo di ORTIKA – gruppo teatrale nomade
con la complicità di  Spazio Off Trento, LAB121 Milano, CAP10100 Torino, Cavallerizza Reale Liberata Torino, La Tana Torino, Lapsus Torino, Circolo Oltrepo’ Torino, Artea Rovereto

“Chi ama brucia” è uno spettacolo sui “campi di accoglienza” per migranti stranieri, tratto dalle interviste originali a lavoratori ed ex-reclusi di un C.I.E. italiano (Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri).

Nel 2012 ho condotto una ricerca antropologica sul Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri di Torino – C.I.E. – i cui risultati sono stati pubblicati nella mia tesi di laurea specialistica. Da tempo mi affascina l’idea che la ricerca scientifica debba trovare il modo di comunicare, di rivolgersi ad un vero pubblico. Inoltre penso che il teatro debba nutrirsi di ciò che realmente accade nel mondo, della contemporaneità, e abbia il dovere illuminarne gli angoli scuri. Allo stesso tempo mi sembra che il teatro (che intendo come ricerca sull’umanità), abbia bisogno e debba avvicinarsi il più possibile ad una scienza, al suo tentativo metodologico di onestà ed esattezza, o perlomeno debba tentare di dire delle cose “vere”. Da questa consonanza e dalla necessità di dare corpo ad un materiale che sento il dovere di rendere pubblico nasce il progetto di spettacolo: “Chi ama brucia. Discorsi al limite della Frontiera” un monologo-intervista a diversi personaggi tra cui la Crocerossina, la Garante e l’Ospite/ gli esuli – che ho realmente incontrato e intervistato durante la ricerca. Il loro discorso si sviluppa intorno al C.I.E. che nella trasposizione teatrale chiameremo Campo.                                   

Alice Conti

 

Da qui. Da un paesaggio che ci battezza. Dalla città fantasma dentro la città reale. Dal C.I.E. – Centro di Identificazione ed Espulsione per stranieri; in Italia mezzo milione di persone vi sono passibili di internamento fino a 18 mesi. I clandestini, una categoria che questo luogo serve a creare e che non esiste se non in relazione a questo luogo. Il Campo crea e rinomina attraverso le sbarre i corpi delle persone che confina; c’è un destino nell’assegnazione di uno spazio. La Crocerossina in uniforme d’accoglienza ci guida dentro il suo campo da gioco, danza paternalista i turni, canta chiusa in ufficio, dalla radio le voci dei prigionieri. Un viaggio dentro il Campo, le sue regole e il suo linguaggio orwelliano, dentro uno sguardo ravvicinato e miope sull’altro. Il Campo introduce nello spazio civile della città un’eccezione inquietante e antica: le persone vi sono recluse non per qualcosa che hanno fatto ma per qualcosa che sono.

 

  • Ideazione e regia
    Alice CONTI
  • Testo
    Chiara ZINGARIELLO
  • Drammaturgia Alice CONTI e
    Chiara ZINGARIELLO
  • Disegno luce, audio, scene
    Alice COLLA
  • Costumi Eleonora DUSE
  • Assistenza produzione
    Valeria ZECCHINATO
  • in scena Alice CONTI
  • Selezione Premio Dante Cappelletti 2013, Roma
  • Vincitore Anteprima 2014, (PI)
  • Menzione giuria Scandalo! 2014, (BZ)
  • Vincitore Festival Direction Under 30 2014, (RE)
  • Vincitore Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro – Giuria Giornalisti 2014, (UD)
  • Vincitore Festival 20 30 bando 2015, (BO)
  • Selezione INBOX 2017
  • Vincitore 3° Premio Sonia Bonacina 2017